Video Killed the Radio Star è il primo singolo, uscito nel 1979, della band pop britannica The Buggles (duo composto da Trevor Horn e Geoffrey Downes).
Tecnicamente quindi appartenente agni anni 70, di fatto è la canzone che ha introdotto lo stile anni 80s, per l’utilizzo di sintetizzatori e il tipo di melodia.
Canzoni Anni 80
Quanto ci manca la musica degli eighties! Un po’, anzi soprattutto per i look del tempo, ma questo periodo musicale sarà sempre ricordato come uno dei più eclettici e stravaganti di tutti i tempi. In questa pagina trovi una playlist, ordinata cronologicamente, di alcune delle canzoni anni 80 synthpop, pop rock, new wave fra le più belle e significative.
Una composizione contro la guerra che è la signature song (firma) del gruppo britannico synthpop Orchestral Manoeuvres in the Dark (OMD)
Scritta da Andy McCluskey, affronta il tema del bombardamento atomico su Hiroshima del 6 agosto 1945, e cita direttamente il Boeing B-29 Superfortress Enola Gay, che sganciò la bomba nucleare sulla città giapponese.
Una dei nostri brani favoriti, il cui testo riflette i problemi del cantante, Ian Curtis, con la moglie Deborah. Negli anni a venire Love Will Tear Us Apart sarebbe divenuta oggetto di cover da parte di tantissimi artisti, fra cui Dave Gahan, Thom Yorke, Björk, The Cure, U2, Arcade Fire, The Carnival of Fools, Paul Young, Squarepusher e ovviamente New Order.
Traccia post-moderna creata dai Talkin Heads e prodotta da Brian Eno, accompagnata da un video che è stato anche esposto al MOMA di New York. Il testo del cantante David Byrne sembra sottintendere alla crisi esistenziale di un uomo dei sobborghi americani alle prese con una vita che scivola fuori controllo.
Curiosità: Eno inizialmente non era convinto del risultato, ed era tentato di non includere la traccia nell’album che stava producendo (Remain In Light). L’intuizione di aggiungere il chorus melodico gli fece cambiare -fortunatamente- idea.
Cover in stile synth pop del brano cantato nel 1964 da Gloria Jones e secondo singolo del duo britannico Soft Cell, composto composto da Marc Almond (voce del gruppo) e David Ball. Raggiunse il primo posto in classifica in 17 paesi diversi e uno dei 10 singoli più venduti in USA di tutti i tempi.
Don’t you Want Me, dall’album Dare, è la traccia di maggior successo degli Human League. Raggiunse il primo posto in UK nel 1981 vendendo oltre un milione e mezzo di copie.
Dall’omonimo album della band britannica, la canzone arrivò al terzo posto negli Stati Uniti nell’ottobre dell’82, divenendo così il loro più grande successo.
Il lead vocal è di Eric Woolfson, scrittore dei testi, manager e uno dei due membri principali dei Parsons.
“Da Da Da I Don’t Love You You Don’t Love Me Aha Aha Aha”
13 milioni di copie vendute, una hit in Germania e in 30 altri paesi del mondo.
Dalla struttura deliberatamente semplice, è stata usata negli ultimi anni nel film Il Divo di Paolo Sorrentino.
Vincitrice di Grammy nel 1982 per la miglior “R&B Vocal Performance – maschile”.
Con due divorzi alle spalle, pieno di debiti e ormai disilluso, Marvin Gaye si spostò in Belgio nel 1981. Si mise a sperimentare con batterie elettroniche (Roland TR-808) e sintetizzatori analogici (Jupiter-8) e a lavorare sul suo album Midnight Love, un progetto “O la va o la spacca”.
Lo scrittore e amico David Ritz diede a Gaye l’idea di questo brano, notando l’impressionante collezione pornografica del cantante. “Ehi Marvin, you need some sexual healing” (guarigione sessuale).
“I sogni nei quali muoio sono i migliori che io abbia mai avuto”.
Scritta dal cantante dei Tears For Fears, Roland Orzabal, ma cantata dal bassista Curt Smith, questa canzone è stato il terzo singolo estratto dal primo album del gruppo, The Hurting.
Ha raggiunto la terza posizione nella classifica inglese e il ventitreesimo in Italia alla fine del 1982, ed è stata riportata al successo mondiale con la cover del 2001 composta da Gary Jules e Michael Andrews per la colonna sonora del film di culto Donnie Darko.
Una traccia che parla di una ragazza che aveva sostenuto che Jackson era il padre di suo figlio.
Con una linea di basso inconfondibile (pare che Michael stesso abbia lavorato sulla composizione del basso per 3 settimane) e un hook micidiale, prodotta insieme a Quincy Jones, Billie Jean è la canzone che consacrò definitivamente il Re del Pop.
Il video è diretto da Steve Barron, che più avanti dirigerà Take on Me degli A-ha.
Il 12 pollici più venduto di tutti tempi. Una vera e propria icona alternative dance che ancora oggi, dopo 30 anni, rimane ineguagliata. Uscito nel 1983 su label Factory Records, Blue Monday è una hit song atipica, nel senso che non è caratterizzata da una struttura standard verso-ritornello. La distintiva intro di drum machine, il basso pulsante e la voce deliberatamente spoglia di alcuna emozione di Bernard Sumner interpretano in modo perfetto il momento storico di passaggio che va dalla disco anni 70 alla dance house che avrebbe iniziato a prendere piede alla fine anni 80.
Pubblicato alla fine del 1983, Owner of a Lonely Heart è l’unico brano del gruppo rock inglese progressive Yes a raggiungere il primo posto delle classifiche USA. Posizione raggiunta in Italia: 11.
What Is Love? è il secondo singolo, dopo New Song” del musicista e cantante inglese Howard Jones. Uscita alla fine del 1983, estratta dall’album di esordio Human’s Lib su etichetta Wea/Elektra, la canzone raggiunse la seconda posizione della classifica singoli inglese, il 18mo posto in quella italiana e il 33mo nella Billboard Hot 100 USA.
State of the Nation è una traccia della band americana Industry, estratta dal loro ultimo album Stranger to Stranger, che raggiunse il primo posto in Italia, rimanendo relativamente poco conosciuta negli Stati Uniti (81mo posto nella Billboard Hot 100)
Singolo synthpop, new wave, new romantic pubblicato dalla EMI nel 1984, che anticipa l’omonimo album dei Talk Talk. È composto da Tim Friese-Greene e Mark Hollis. Il video è girato nello zoo di Londra, e con questo brano il gruppo entrò nelle classifiche degli Stati Uniti e dell’Europa continentale.
Una delle song più popolari degli eighties, Wouldn’t it Be Good è il secondo singolo di Nik Kershaw estratto dal suo primo album, Human Racing. Divenne una hit in tutta europa, arrivando al numero 4 in Inghilterra e al numero 10 in Italia. Venne anche eseguita in occasione del Live Aid allo Stadio Wembley di Londra nel luglio 1985.
Love & Pride raggiunse la seconda posizione nel Regno Unito e la 55ma in USA, e purtroppo è un brano pressochè dimenticato attualmente. Cantato da Paul King, caratteristico front-man dell’omonimo gruppo musicale pop/new wave inglese.
Dall’omonimo album di debutto dei tedeschi Alphavile del 1984, Forever Young divenne una strong hit in Scandinavia e disco d’oro in Germania, con oltre 250.000 copie vendute, e uno dei pezzi degli anni 80 più “coverizzati” negli anni successivi.
Pubblicato dalla Epic Records nel 1984, questo brano raggiunse la prima posizione in UK, Svizzera, Canada e Irlanda, e la terza posizione in Italia (per 19 settimane in classifica). Curiosità: il frontman dei Dead Or Alive, Pete Burns, dovette chiedere un prestito per produrre il singolo a fronte del parere negativo sulla canzone da parte dell’etichetta discografica.
Estratta dall’omonimo album del 1984, The Riddle è una canzone synthpop/pop rock dal testo enigmatico del polistrumentista e songwriter inglese Nik Kershaw, prodotta da Peter Collins.
“Music can be such a revelation.”
1985. Nei titoli di coda di Cercasi Susan Disperatamente fa capolino la versione iniziale di Into The Groove, una delle migliori tracce dance di Madonna. Into The Groove non sarà poi incluso nella colonna sonora ufficiale, e addirittura negli USA non venne rilasciata come singolo, ma solo come lato B di Angel. Nonostante questo le stazioni radio continuarono a suonare il disco e come risultato Angel arrivò al numero 5 nella chart statunitense.
Decimo singolo dei Tears For Fears uscito nel Regno Unito nel 1985, raggiunse le primissime posizioni nella Billboard Hot 100 in USA. È stato utilizzato nel film Donnie Darko (2001), in una scena scritta e coreografata specificatamente per questa canzone.
“Stavo cercando di dire che, in realtà, un uomo e una donna non possono capirsi l’un l’altro, perché siamo un uomo e una donna. E se potessimo davvero scambiarci i ruoli, se si potesse davvero essere al posto dell’altro per un po’, credo che saremmo entrambi molto sorpresi!” (Kate Bush)
Scritta da Morrisey e dal chitarrista Johnny Mar, There Is A Light That Never Goes Out è giustamente considerata come una delle canzoni-capolavoro degli 80.
Nella narrativa del testo, Morrissey si trova nel sedile da passeggero dell’auto di un partner potenziale. “And if a double-decker bus / crashes into us / to die by your side / is such a heavenly way to die” (E se un autobus a due piani si schiantasse contro di noi, morire al tuo fianco sarebbe un modo sublime di morire).
(I Just) Died in Your Arms è il lead single del 1986 dell’album di debutto della band londinese Cutting Crew, scritta dal frontman Nick Van Eede. Ha raggiunto la prima posizione nelle chart in USA, Canada, Finlandia e la top 5 in Inghilterra, Svezia, Sud Africa e Svizzera.
Brano scritto a quattro mani da George Merrill e Shannon Rubicam dei Boy Meets Girl, che avevano già collaborato con Whitney scrivendole l’hit single precendente “How Will I Know”.
La voce incredibile e talentuosa della Houston offre una grande performance e infonde un tocco di tristezza in quella che sarebbe potuta essere solo un’altra pop song “meteora”.
“I’m taking a ride with my best friend”.
Secondo singolo dell’album Music For The Masses, top 10 in diversi paesi europei.
Una delle tracce favorite dai fan dei Depeche Mode, soprattutto dal vivo.
Il video è diretto da Anton Corbijn (fra i suoi lavori i video di U2, Brian Adams e il film biografico Control sulla vita di Ian Curtis).
Terzo singolo da Kiss Me, Kiss Me, Kiss Me e primo brano dei Cure a irrompere nella top 40 USA.
La struttura è ispirata da Another Girl Another Planet, brano del decennio precedente dei The Only Ones.
“Una canzone romantica su iperventilazione, sul baciarsi e sul cadere a terra svenuti” Robert Smith.
Concepita su richiesta di Spike Lee, che cercava un tema musicale per il suo film Fa’ la Cosa Giusta (Do the Right Thing). Fight the Power contiene tantissimi campioni e allusioni alla cultura Afro-americana.
“Volevo che la musica fosse una sfida, volevo che fosse arrabbiata, volevo che fosse molto rirmica. Ho pensato subito ai Public Enemy” (Spike Lee).